L’organizzazione come “strategia di uscita” per il cambiamento

Nella vita di ogni essere umano il cambiamento è una costante. I motivi alla base dei cambiamenti sono molteplici, positivi e negativi, ma il trait d’union tra essi è dato dal mutamento da una situazione di vita a un’altra.

Nel linguaggio aziendale, quando l’investitore di una start up che sta avendo successo vende le proprie quote per monetizzare e trarre profitto dal suo investimento, questa azione è definita exit strategy ovvero strategia di uscita.

La strategia di uscita non è una strategia di emergenza per le aziende, ma un obiettivo strutturale di business per la crescita e il successo e richiede sia stata pianificata in un buon piano di impresa.

L’immagine della start up che pianifica per affrontare il cambiamento si avvicina alla nostra immagine di imprenditori della nostra vita in cui i cambiamenti possono essere vissuti, appunto, con la giusta organizzazione.

Come ci aiuta l’organizzazione?

Essere organizzati rappresenta per noi un’ottima strategia di uscita per vivere i cambiamenti in maniera proattiva e ridurre lo stress a essi collegato.

Ma come si può mettere in campo praticamente questa strategia di uscita?

Prima di capire quali sono i passi fondamentali per vivere i cambiamenti, occorre partire da alcune considerazioni generali.

  1. Occorre prendere consapevolezza che gli avvenimenti della nostra vita possono essere di diversa natura e intensità e che ognuno di essi comporta cambiamenti che incidono in maniera più o meno profonda sulla nostra quotidianità. Per esempio, siamo consapevoli di come e quanto incidono sulla nostra vita un matrimonio, un trasloco o un cambio di lavoro?
  2. I cambiamenti non sono sempre prevedibili, basti pensare all’imprevedibilità di un lutto o di un incidente.
  3. Serve un approccio proattivo alla pianificazione e all’organizzazione: per affrontare in maniera efficace i cambiamenti occorre avere la volontà di affrontarli realmente.
  4. I cambiamenti sono collegati a relazioni e persone che a volte favoriscono il nostro percorso e altre volte ci sono di ostacolo, con conseguente carico di stress emotivo e fisico.

Una volta preso atto di queste norme generali, come nel caso della start up che pianifica nel suo piano di impresa la giusta strategia per prepararsi ai cambiamenti, così anche noi possiamo pianificare la nostra exit strategy per il cambiamento.

Ecco tre consigli per programmare la nostra strategia di uscita e non farci trovare impreparati dai cambiamenti.

  1. Se il cambiamento avviene per nostra volontà, se decidiamo di cambiare casa o lavoro, di sposarci, di chiudere una relazione affettiva o semplicemente di cambiare taglio di capelli, abbiamo la possibilità di pianificare in tempo come vivere questi cambiamenti risparmiando energie fisiche e mentali. Per esempio in previsione dell’evento possiamo stilare una lista M.I.T. (most important tasks) ovvero una lista delle attività più importanti da realizzare per vivere il cambiamento in anticipo senza subirne passivamente le conseguenze.
  2. Se il cambiamento non avviene per nostra volontà, se siamo vittima di un lutto o un incidente, oppure subiamo un licenziamento, possiamo decidere di pianificare come affrontare le conseguenze di questi eventi adottando un piano di contingenza. Per esempio possiamo utilizzare la Eat That Frog technique o tecnica della rana, programmando le attività più fastidiose e onerose legate al cambiamento da svolgere per prime così da liberarci spazio e tempo per noi.
  3. Se ci risulta difficile pianificare e organizzarci da soli, chiediamo aiuto a un professional organizer che ci supporterà per pianificare e organizzare la nostra strategia di uscita più adatta.

 

E ricordiamo sempre che il compito più difficile non è vivere i cambiamenti esterni ma, come disse Nelson Mandela, “il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi”.

Enrica Maria Laveglia

 

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