Perché leggere Intelligenza Emotiva di David Goleman

Questo libro di Goleman mi ha permesso di analizzare profondamente la connessione tra le due menti che tutti noi possediamo, una che pensa e l’altra che sente.

Ma il vero valore aggiunto di questa lettura è stato quello di avermi stimolato a voler raggiungere (giorno dopo giorno) un grande obiettivo: diventare un genio emozionale.

Il libro si apre con l’analisi della realtà dei nostri giorni: da una parte una sempre maggior autonomia degli individui ma una minore solidarietà; dall’altra un aumento dell’isolamento all’interno di un’integrazione sociale.

 

Da dove possiamo partire, allora, per invertire la marcia?

Goleman suggerisce di partire dall’educazione primaria. Le scuole potrebbero dare un positivo contributo introducendo programmi di “alfabetizzazione emozionale” che insegnino ai bambini le capacità interpersonali essenziali.

 

Che cosa si intende esattamente per Intelligenza Emotiva?

Intelligenza emotiva è un termine che include in sé l’autocontrollo, l’entusiasmo, la perseveranza e la capacità di auto-motivarsi. Tutte qualità che oggi sono, più che mai, essenziali.

Molto prima che esistesse un cervello razionale, esisteva già quello emozionale.

La forzatura che oggi viviamo consiste nel decidere di fare a meno dell’emozione, sostituendola con la ragione.

Se il vecchio modello sosteneva un ideale in cui la ragione poteva liberarsi dalla spinta delle emozioni, oggi è necessario ricercare un nuovo modello che ci spinga a trovare un’armonia tra mente e cuore.

Nella definizione di intelligenza emotiva e della sue abilità possiamo considerare cinque ambiti principali:

  1. La conoscenza delle proprie emozioni
  2. Il controllo delle emozioni
  3. La motivazione di se stessi
  4. Il riconoscimento delle emozioni altrui
  5. La gestione delle relazioni

L’auto-consapevolezza delle proprie emozioni è l’elemento costruttivo essenziale, così come la capacità di liberarsi da uno stato d’animo negativo.

Del resto, l’arte di tranquillizzare e confortare se stessi è una capacità fondamentale della vita.

Essere in grado di gestire le emozioni altrui è un’abilità importante e per entrare in sintonia con gli altri è necessaria una certa calma interiore.

In effetti, riuscire a controllare le emozioni di qualcun altro (l’arte raffinata delle relazioni), richiede la maturità di altre due capacità, ovvero l’autocontrollo e l’empatia.

L’aspetto motivazionale è strettamente collegato alla sfera culturale.

Infatti, in ambito scolastico Goleman ci spiega, che fin dai primi anni di scuola, i bambini asiatici si impegnano nello studio molto più di altri. L’atteggiamento mentale dei genitori asiatici è questo: «Se non vai bene, dovrai studiare qualche ora di più la sera, e se ancora questo non basta, vorrà dire che ti alzerai un po’ prima la mattina».

In breve, una forte etica culturale del lavoro si traduce in motivazione, entusiasmo e perseveranza maggiori e quindi in un vantaggio sul piano emotivo.

Il più importante contributo che la pedagogia può dare allo sviluppo di un bambino è quello di aiutarlo e di guidarlo verso un campo nel quale i suoi talenti siano più adatti, e in cui egli possa sentirsi soddisfatto e competente.

Per questo è importante impegnarsi ad applicare l’intelligenza emotiva.

Come farlo? Seguendo questo tre semplici punti:

  1. Essere capaci di presentare una critica in forma costruttiva;
  2. Saper creare un’atmosfera nella quale la diversità sia qualcosa da apprezzare e non una forma di attrito;
  3. La capacità di lavorare con profitto come elementi di una rete di connessioni reciproche.

Credo sia fondamentale nel lavoro di professional organizer esercitare questa competenza “emozionale” che sarà utile sia per allenare l’attenzione, che per migliorare la relazione con i clienti.

 

Veronica Falsone

 

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