Organizzazione & creatività

Perché l’organizzazione può incentivare e sbloccare la nostra creatività

Il titolo di questo articolo può suonare come un ossimoro, le parole organizzazione e creatività nella stessa frase sembrano stridere. Bene, la mia missione oggi è proprio quella di scardinare questo pregiudizio, o per lo meno mostrarti un punto di vista alternativo.

Mi lancio in questa impresa con cognizione di causa, perché prima di essere P.O. sono architetta con 25 anni di esperienza nel settore, anche se la mia fede nell’organizzazione viene da più lontano. Vengo infatti da una famiglia di cinematografari, come li chiamiamo a Roma: papà scenografo, mamma costumista e fratello produttore.

 

Come il cinema mi ha insegnato il valore dell’organizzazione

I miei primi ricordi d’infanzia sono legati a Cinecittà e ai set dove li seguivo, prima come bambina a carico, e poi come collega, lavorando con loro per guadagnare i miei primi soldi. Oggi posso dire che molto di quello che ho imparato sull’organizzazione l’ho imparato con loro, che svolgevano una delle professioni più creative del mondo, lavorando in squadra e in perfetta sintonia con persone altrettanto creative: registi, direttori della fotografia, sceneggiatori… e che, a loro volta, organizzavano tutto fino al minimo dettaglio, perché era parte integrante della loro professione.

La programmazione di un film è una macchina da guerra fatta in media da 100 persone che lavorano all’unisono per 9 mesi per un obiettivo comune: raccontare una storia al massimo delle loro capacità.

Per questi professionisti della settima arte che ho avuto l’onore di vedere all’opera, l’organizzazione è sempre stata un elemento imprescindibile del loro lavoro, grazie al quale riuscivano a realizzare l’inimmaginabile, tutt’altro che un limite alla lora creatività!

 

L’organizzazione è alleata della creatività

Quando lavoro con i miei clienti, principalmente provenienti dal mondo dell’architettura, è per me una sfida personale mostrare come l’organizzazione sia loro alleata: è il metodo che li aiuterà a realizzare le loro aspettative e la loro visione, e soprattutto è parte integrante del loro lavoro. Troppo spesso i creativi sono infatti descritti come persone istintive, impazienti e disordinate, e questa narrazione l’hanno introiettata a tal punto che mi sono trovata a parlare con professionisti altamente creativi che quasi si sentivano in colpa per essere anche organizzati, come se questo sminuisse la loro creatività. Questo tipo di narrazione non ci serve, o meglio, non è al nostro servizio, limita le nostre potenzialità.

Nelle biografie di molti grandi artisti, infatti, si legge delle abitudini e delle routine quotidiane che seguono per coltivare la loro creatività, come organizzano i loro strumenti, come il mettere in ordine o il preparare un’attività diventi un rituale. Non aspettano l’idea geniale guardando i tramonti o l’illuminazione divina, ma seguono procedimenti regolari e allenano quotidianamente le loro abilitàcraft – perché sono consapevoli che questa disciplina li accompagnerà verso l’ispirazione, e la sbloccherà quando necessario.

 

L’organizzazione nel lavoro è un processo

L’organizzazione nel lavoro agevola la creatività, a patto che la nostra organizzazione sia personalizzata e flessibile. Non pensiamo all’organizzazione come a una gabbia rigida e assoluta, o una lista di regole da rispettare e uguale per tutti. A me piace pensare all’organizzazione come un processo, un insieme di linee guida che per loro natura sono flessibili ed evolutive, che cambiano con noi e con le nostre esigenze. L’organizzazione giusta per noi non si vede (solo) dall’ordine sul nostro desktop, ma nei momenti chiave del nostro lavoro: negli imprevisti e nelle emergenze, quando il nostro processo ci supporta nel riallinearci ai nostri obiettivi e non ci fa perdere il controllo, così come nella fase progettuale quando ci aiuta a definire le condizioni al contesto che ci consentono di liberare la mente e dare spazio alla creatività.

Immaginate un fiume in piena che procede in un terreno senza argini. In poco tempo l’acqua perde la sua forza, inizia a disperdersi in ogni direzione, fino a seccarsi o fermarsi in poche pozze scollegate che stagneranno. Immaginiamo ora lo stesso fiume condotto da argini, che contengano la sua forza ma soprattutto la incanalano verso direzioni definite, la portano dove ce n’è più bisogno.

Ecco come vedo la relazione tra organizzazione e creatività: la creatività, lasciata correre senza obiettivi e senza una struttura che la possa indirizzare nei momenti decisivi, può facilmente esaurirsi e indebolirsi, rimanere vittima degli eventi. Quando invece la creatività è guidata da una organizzazione flessibile e gentile può canalizzare la sua forza e può riuscire a rimanere concentrata sui suoi obiettivi.

L’organizzazione è il processo che ci aiuta a non distrarci, perché non dobbiamo perdere tempo a trovare i nostri strumenti o l’appunto che avevamo preso, o perché abbiamo investito la nostra risorsa più preziosa, il tempo, in altre attività non importanti. Ci aiuta a creare quel tempo, quel preziosissimo tempo, per entrare nel flow, quel flusso per l’appunto, e lasciarci andare ai nostri pensieri e idee senza rumori di fondo e distrazioni.

 

Cambiamo la narrativa!

La parte più delicata di questo processo è cambiare la narrativa, verso l’organizzazione ma soprattutto verso noi stessi. Persone creative in ascolto – anzi in lettura! – Siamo tutti capaci di essere più organizzati, non occorre ambire alla perfezione che oltretutto non esiste.

Strive for progress not perfection!

Iniziamo a piccoli passi graduali il nostro percorso per prendere sane abitudini che ci possano aiutare a non sentirci sempre di corsa, in balìa degli eventi e vittime di un contesto sempre più veloce e imprevedibile.

 

 

Veronica Baraldi

 

Sito: www.veronicabaraldi.net/

Instagram: @architettasmart

Linkedin: @veronicabaraldi

 

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