Muovere le cose, muovere le emozioni

Breve cortometraggio di un trasloco senza (troppo) stress.

 

Scena uno, la casa che abito.

Vorrei prendere una buona tazza di tè seduta nella mia poltrona preferita, ma la mia poltrona non è poi così comoda, in fin dei conti l’ho ereditata dalla bisnonna, è un po’ malridotta e andrebbe rifoderata. E la mia tazza, quella blu con il bordino d’oro, dove sarà? Ci sono così tante cose in giro per la cucina, chissà dov’è finita…

 

Scena due, è tempo di traslocare.

Mentre bevo finalmente il mio tè, in un’altra tazza, visto che quella blu mica l’ho trovata, arriva una telefonata: il lavoro dei miei sogni mi aspetta, ma in un’altra città.

Muovermi? Quanto tempo ci vorrà? Quanta fatica? Come farò a organizzare tutto?

 

Scena tre, la buona occasione.

Pensandoci bene, il trasloco può essere davvero un’ottima occasione per avere la casa che desidero e vivere con più leggerezza.

 

Marie Kondo, la regina dell’organizzazione giapponese, mi consiglia di fare due cose.

La prima è dividere per categorie.

Divido, divido, divido… affrontare la mole di oggetti comprati, ereditati, comunque accumulati in casa negli anni richiede sangue freddo e strategia. E poi la mia missione è ritrovare la tazza blu.

E allora? Lavoro con determinazione, stanza per stanza, senza farmi distrarre… vabbè… ci provo, almeno. Le tazze con i loro piattini e con le teiere, le coperte con le coperte, i libri con i libri…

Non mi muovo da una stanza finché non ho scovato l’ultimo oggetto e non l’ho sistemato con i suoi simili.

Marie Kondo mi suggerisce una cosa in più, sembra superflua, ma è davvero utile.

Hai presente quando ti alzi la mattina e vuoi rivoluzionare casa, sprizzi energie da tutti i pori e ti dai obiettivi precisi, orari ferrei, compiti millimetricamente determinati e poi, poi trovi in un cassetto una scatola di foto e ops… ti siedi in poltrona (quella della bisnonna, anche se è scomoda neanche te ne accorgi) e dopo tre ore sei ancora lì e non hai fatto niente, proprio niente di quello che volevi fare?

Ecco, il suggerimento è questo: lasciare alla fine del riordino tutto quello che ha a che fare con i ricordi: lettere, foto, documenti e così via.

D’accordo, le foto le guardo dopo: ma quel quadro, regalo di molti anni fa, sono proprio sicura di volerlo tenere?

La seconda cosa che mi consiglia Marie Kondo è scegliere quello che mi piace, quello che mi suscita emozioni vere.

Appunto… spostare gli oggetti dalle loro storiche posizioni mi aiuta a osservarli sotto una luce diversa e a valutarli in maniera più obiettiva. In fin dei conti, molti degli oggetti che ho, semplicemente non ho scelto liberamente di averli, mi sono stati regalati o li ho ereditati.

Ecco che il trasloco mi permette di tirar fuori tutto, anche le cose che per anni mi sono dimenticata di avere, oggetti nascosti dietro altri oggetti nascosti.

E tra questi oggetti trovo cose bellissime, nascoste per non rovinarle, magari tramandate da generazioni. Ma ha senso? Direi di no, e allora decido di usare proprio quei piatti di porcellana con le roselline che da bambina non potevo neanche toccare. Anzi, li userò nella casa nuova, magari per inaugurare la cucina.

 

Per tutto il resto, ho preparato delle grandi scatole dove metto:

  • le cose davvero da buttare,
  • le cose che possono essere utili ad altri,
  • le cose da riparare,
  • le cose che posso vendere, on line o ai mercatini dell’usato.

 

Ah, dimenticavo: prima di iniziare tutto questo, ho fatto un giro completo della casa, ho fatto delle foto e dalle foto ho tirato fuori un report. È casa mia, ma questo non vuol dire che non debba applicare le procedure che utilizzo come P.O. per le case degli altri!

Mi sono data una data precisa per il “fine lavori” e ho compilato un calendario con le cose da fare stanza per stanza. E ora, beh, quella data è arrivata.

Scena quattro, la casa che mi piace.

Sono nella mia nuova casa. Sono seduta, anzi accoccolata, nella mia poltrona preferita. L’ho fatta ritappezzare e ora è davvero comoda. Sto leggendo un bel libro e sto bevendo una tazza di buon tè. La tazza? È quella blu con il bordino d’oro, ovviamente!

Buona organizzazione e buon trasloco!

 

Cecilia Massignan

www.ceciliamassignan.com

 

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