Interventi di riorganizzazione degli spazi domestici: come la comprensione della psicologia del cliente diventa uno strumento per il successo

Il 2020 è stato un anno che ha tolto tanto ma che, allo stesso tempo, ha permesso a molte persone di comprendere la vera importanza di quella che, fino a poco tempo prima, era “solo un’abitazione” trasformandola in qualcosa di più profondo e viscerale, “la sua casa”.

Questa presa di coscienza ha sollevato l’enorme importanza di vivere in un ambiente in salute, armonioso e ben organizzato, evidenziando tutto ciò che non contribuisce a tali benefici, come la disorganizzazione.

La casa influenza i comportamenti, le emozioni e le azioni della persona che la abita e, viceversa, quest’ultima dà forma al suo vissuto e al suo mondo interiore attraverso atteggiamenti che la portano a prendersi o meno cura del suo nido.

Vivere “male” nella propria casa è una sensazione sgradevole che causa un malessere generalizzato, compromettendo diversi aspetti della vita della persona sia dal punto di vista sociale (lavoro, relazioni) che psicofisico. Nervosismo, oppressione, sconforto, distrazione, sono solo alcuni dei disagi provocati da questo malessere e questo, fa capire quanto l’aspetto psicologico sia strettamente connesso all’ambiente che ci circonda.

Una volta arrivati alla consapevolezza del problema, si passa alla ricerca della soluzione; molti cercano di occuparsene da soli ottenendo qualche risultato, altri, invece, ci provano senza riuscirci. Il risultato non dipende esclusivamente dalla volontà, spesso infatti, le persone non sanno da dove iniziare, oppure non riescono a mantenere una visione oggettiva nei confronti della propria casa, facendo una valutazione parziale e offuscata del problema.

Quando un cliente si affida a un professional organizer per intraprendere un percorso di riorganizzazione, il professionista non si deve curare esclusivamente degli aspetti materiali dell’intervento ma, è opportuno cercare di creare un collegamento che lo porti a sintonizzarsi con quella parte nascosta che motiva e, spesso, scoraggia, facendosi sormontare dalla quantità di lavoro necessario per portare a termine l’obiettivo.

Un intervento professionale di riorganizzazione dello spazio non è quindi solo un’operazione pratica e concreta.

Si tratta di un’operazione che deve tenere conto della persona che ci si trova di fronte, di come ragiona, di cosa si aspetta dall’intervento e di come farglielo ottenere in maniera graduale e senza stravolgimenti. Ricordiamo che per quanto i p.o. non entrino mai nel merito delle scelte personali di vita dei clienti, hanno ad ogni modo a che fare spesso proprio con i loro oggetti personali, all’interno della loro abitazione, uno spazio privato in cui è evidente che ci si debba muovere con delicatezza e rispetto.

A tal proposito, è essenziale entrare in sintonia con il cliente creando empatia e rafforzando la fiducia; è necessario chiarire le tempistiche del progetto e condividere insieme tutti i passaggi.

Al fine di raggiungere questo obiettivo, è utile scomporre l’intero intervento in operazioni più piccole, in modo da stilare un programma, suddividendo in tanti piccoli mattoncini tutto ciò che andrà fatto anche per poterlo condividere con il cliente.

Portare a termine il singolo compito, senza dover tenere conto dell’intero progetto, faciliterà i clienti a concentrarsi senza avere il timore di non farcela per il poco tempo o per mancanza di motivazione. Infine, scomporre e portare a termine le operazioni volta per volta porterà un senso di appagamento che invoglierà, ancora di più, a perseguire l’obiettivo finale.

 

 

Erika Lombardo

www.armadiodigrace.it

 

 

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