“Il metodo agenda a punti”: saper dare importanza alla propria voce.

Uno dei momenti più importanti per chi decide di svolgere il lavoro di professional organizer iscrivendosi ad APOI è il passaggio a senior: dopo due anni dall’adesione alla nostra associazione è richiesto di sottoporsi a una valutazione che comprende, tra le altre cose, la recensione dei libri più importanti per la propria formazione.

Quindi, per chi si sta ancora orientando tra le specializzazioni, per chi sta preparando il proprio passaggio a senior e chi invece ormai da tempo lavora come professional organizer ma continua ad aver voglia di imparare e migliorarsi, ecco il mio racconto di quello che è stato per me il testo da cui è iniziata la mia formazione.

“Il metodo agenda a punti” di Rachel Wilkerson Miller

Questo libro spiega in maniera molto esaustiva come creare il proprio bullet journal e quali vantaggi se ne possono trarre per migliorare la propria gestione del tempo essendo questo l’unione di tre strumenti: un planner, un insieme di elenchi di cose da fare, e un diario personale, tutto in un unico taccuino.

Il messaggio centrale del libro è che pur essendoci un “metodo” per creare il proprio bullet journal, la personalizzazione e l’adattamento alla realtà della vita della singola persona è fondamentale. I continui esempi che l’autrice riporta in merito alla propria esperienza e ai cambiamenti che lei stessa ha apportato nel tempo al suo metodo chiariscono bene questo concetto: lo strumento che deve evolvere insieme alla persona, passando da strumento di organizzazione a strumento di crescita personale. Annotare quello che si è fatto accanto a quello che si deve fare, permette di mettere a fuoco chi siamo in quel determinato momento perché registrare le nostre abitudini consolidate insieme a quelle che desideriamo acquisire può aiutarci a riflettere a rivedere sia la nostra organizzazione che i nostri obiettivi futuri.

Tra le tante riflessioni, una che mi ha colpito particolarmente è questa: “l’organizzazione è uno dei miei modi per prendermi cura di me stessa”. Mi sembra una definizione molto interessante perché parla proprio del tema centrale del nostro lavoro di professional organizer: l’organizzazione come strumento di benessere personale. Inoltre è un pensiero interessante perché mi ha fatto pensare ancora una volta alla necessità di coerenza nella nostra professione: per insegnare i benefici dell’organizzazione, dobbiamo farli nostri e viverli quotidianamente.

 

Come creare il tuo bullet journal passa a passo

Il libro si sviluppa in quattordici capitoli nei quali l’autrice descrive dettagliatamente tutti i passaggi teorici e pratici per iniziare a creare e usare un bullet journal.

Partendo dal presupposto che l’obiettivo è quello di personalizzare il più possibile lo strumento, si inizia dalle pagine fondamentali: i calendari, le pagine giornaliere, l’indice e poi gli elenchi di compiti, eventi e note personali e le tabelle con le abitudini di cui si vuole tenere traccia. A tutto questo si abbina l’uso dei simboli specifici, perché – come spiega l’autrice – è importante specificare che dalla “lista delle cose da fare” non si cancellano “le cose fatte”. Anche questo è un punto importante perché il sistema di simboli permette di conservare traccia delle “cose fatte” e quindi trarne spunti di riflessione soprattutto se messo in relazione con il “registro delle attività del mese”, che l’autrice ritiene essere l’elemento più apprezzato del metodo perché permette di monitorare i propri progressi nei vari ambiti e tarare i propri obiettivi.

Nel capitolo in cui parla dei possibili layout della pagina giornaliera, l’autrice propone una riflessione interessante: lei preferisce realizzare questa pagina la sera per liberarsi la testa prima di dormire, mentre altri preferiscono farla come prima cosa della giornata prima di cominciare le loro attività.

Un capitolo molto corposo è dedicato al diario personale dove si possono trovare consigli pratici sia a livello dei organizzazione grafica che a livello di consigli per la scrittura. Il parallelo tra organizzazione e aspetti psicologici del cliente è un argomento che non si smette mai di approfondire e che nel libro viene affrontato in maniera molto chiara e con suggerimenti estremamente pratici.

Una buona parte del libro è poi dedicata alle diverse voci che si possono inserire: salute, sonno, pasti, attività fisica, elenco di libri e serie tv, spese, faccende domestiche, viaggi, ecc. Registrare un qualsiasi tipo di attività e poter confrontare nell’arco del tempo i propri progressi è uno strumento molto utile di valutazione: dal bere di più all’attività fisica, sono tantissime le attività sulle quali si può applicare questo tipo di valutazione.

Naturalmente a fianco della registrazione della attività, trova posto anche la stesura di liste di idee, progetti e pensieri: qui si può spaziare dalle liste più motivazionali, alla lista dei libri da leggere, fino alla raccolta di citazioni o l’elenco dei successi dell’anno.

L’ultima parte del libro è dedicata alla personalizzazione grafica della propria agenda, con consigli tecnici su penne e pennarelli o altri elementi decorativi da cui è possibile iniziare.

 

Perché leggere questo libro

Questo libro è fondamentale per capire come usare il bullet journal come strumento di organizzazione del tempo e come professional organizer trovo sia fondamentale avere una preparazione approfondita su tutti gli strumenti esistenti.

Credo sia un libro da consigliare anche a una persona che chieda di approfondire questo sistema di organizzazione perché, oltre ad offrire molte riflessioni teoriche interessanti, è anche una guida pratica.

Mi sono piaciuti in particolar modo l’idea del registro delle attività svolte e del diario giornaliero come strumento di autoanalisi con le riflessioni intorno al perché e come tenere un diario personale. L’autrice scrive: “Tenere un diario significa essenzialmente riconoscere l’importanza della propria voce.” Mi ha molto colpita questa definizione perché è il genere di cambio di prospettiva che spesso mi trovo a suggerire come professional organizer: non può esserci nessun cambio di stile di vita senza passare da una riaffermazione delle proprie priorità e dei propri obiettivi, che poi in ultima analisi è un quel “riconoscere l’importanza della propria voce”, cioè rimettere se stessi al centro.

 

Spero di avervi incuriosito e vi auguro quindi una buona lettura!

 

Paola Arrighi

www.fareordine.it

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