Il lavoro del professionista dell’organizzazione nel mondo

I pionieri

Il nome di Karen Shortridge ai più non dice nulla o quasi, ma per i professional organizer è una leggenda.

All’inizio degli anni ‘80 Karen iniziò a occuparsi di organizzazione degli spazi domestici per amici e parenti, e ben presto trasformò quest’attività in un lavoro.

Nel 1983 uscì una sua intervista su un quotidiano locale di Los Angeles, nella quale invitava le “donne a cui piace organizzare” a una riunione per la settimana successiva. Si presentarono, tra le altre, Maxine Ordesky e Stephanie Culp: la prima aveva fondato nei primi anni ‘70 “The Creative Organizer” e la seconda lavorava nel campo dell’organizzazione domestica da prima del 1983.

Poco tempo dopo – esattamente nel 1986 – Beverly Clower, Stephanie Culp, Ann Gambrell, Maxine Ordesky e Jeanie Schorr fondarono la Napo (National Association of Professional Organizers). L’associazione statunitense, che ha recentemente cambiato il suo nome in National Association of Productivity and Organizing Professionals, ha circa 4000 aderenti in moltissimi Paesi ed è il punto di riferimento per associazioni nazionali e professional organizer di tutto il mondo.

Le associazioni nel mondo

Qualche anno dopo, era il 2000, nasce anche Poc (Professional Organizers in Canada), che a oggi conta 600 membri certificati. Nel 2007, Poc, Napo e Icd (Institute for Challenging Disorganization) fondano l’Ifpoa (International Federation of Professional Organizing Associations), ente che riunisce le varie associazioni nazionali nel mondo.

In Europa nascono nel 2004 l’associazione olandese Nbpo (Nederlandse Beroepsvereniging of Professional Organizers) e la britannica Apdo (Association of Professional Declutterers and Organisers), che conta oggi 200 professional organizer.

Quanto all’Asia, nel 2008 viene creata la Jalo (Japanese Life Organizers), e nel 2011 la Korean Association of Professional Organizers (Kapo), che conta quasi 57 mila membri.

Nel 2013 viene formalizzata anche l’associazione brasiliana Anpop (Associação Nacional de Profissionais de Organização e Produtividade) e, in Italia, viene fondata Apoi (Associazione Professional Organizers Italia). Apoi, che ai sensi della legge 4/2013 è inserita nell’elenco delle associazioni professionali che rilasciano l’attestato di qualità dei servizi del Ministero dello sviluppo economico, ha di fatto reso quella del P.O. una professione regolamentata.

La nostra missione

Nel 2009, quando ho scoperto l’esistenza della Napo, mi ha molto colpito un passaggio della sua mission: “Crediamo che senza le basi dell’organizzazione e della produttività le persone possano trovare difficile o addirittura impossibile portare importanti e positivi cambiamenti nelle loro vite. […] Puntiamo a fare la differenza in ciascuna vita che incontriamo e ad aiutare gli altri a comprendere i benefici che comporta essere più organizzati e produttivi”.

Questo obiettivo è lo stesso di tutte le organizzazioni nazionali, ed è condiviso da chiunque faccia questo lavoro.

Essere un professional organizer significa riuscire a trasmettere alle persone con cui si lavora non solo le competenze e conoscenze acquisite attraverso lo studio e l’approfondimento, ma anche il senso dell’organizzazione, che passa dall’avere più tempo per sé al vivere con la sensazione di essere i piloti e non i passeggeri, dal poter decidere sempre, senza essere trasportati dagli eventi, all’avere le energie per affrontare anche gli imprevisti più duri, senza esserne travolti.

Nel nostro lavoro ci confrontiamo con oggetti e case, con impegni e scadenze, con documenti e archivi, email e notifiche dietro ai quali si celano desideri, emozioni, speranze, obiettivi: spostando, facendo spazio, raggruppando, elencando, noi aiutiamo le persone a ritrovare l’ordine dei pensieri, il piacere di abitare, la soddisfazione di darsi un obiettivo e raggiungerlo.

Irene Novello
Vice presidente e cofondatrice di Apoi

 

 

 

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