“Death cleaning” e il supporto del P.O.

Death cleaning is not about dusting or mopping up; it is a permanent form of organisation that makes your everyday life run more smoothly.” M. Magnusson

Parto dalla fine!

Questo articolo parla di organizzazione ma anche di morte. È un argomento che affronto spesso con le persone con cui mi confronto, sia nella mia vita privata, sia in ambito professionale. E per qualche strano motivo, trovo sempre molti spunti di riflessione su questo tema, da persone, racconti e letture che incrocio strada facendo.

Nella nostra società, è ancora un argomento tabù e difficile da affrontare, per molte ragioni… Prova ne è il fatto che trovare un titolo e una citazione in italiano per questo articolo, senza nominare direttamente la parola “morte”, è stato praticamente impossibile.

Si tratta della più incredibile circostanza della nostra esistenza, allo stesso tempo la più certa e la più imprevedibile. E allora perché non ci prepariamo, almeno per quanto possiamo?

Sono convinta che agire per prepararci, anche dal punto di vista organizzativo, oltre che a parlarne con maggiore serenità, apertura e condivisione, aiuterebbe tantissimo a sdoganare l’argomento, senza necessariamente ricadere nella tristezza e nello sconforto.

È vero: quando mancheremo, resterà un vuoto incolmabile nella vita delle persone che ci stanno vicino, e questo è inevitabile. Quello che invece possiamo risparmiare ai nostri cari, è l’aggravio e lo stress di molte delle incombenze correlate al lutto, occupandoci in prima persona durante la nostra vita di molti aspetti organizzativi e pratici, beneficiando nel contempo anche di una quotidianità più leggera e facile da gestire.

 

“Alleggerimento nella terza età”

Questa definizione in italiano è la più adatta secondo me al concetto di “death cleaning”, cioè la pratica, molto comune in altri Paesi, principalmente del Nord Europa, di pulizie pre-morte, come ci racconta con leggerezza ed ironia Margareta Magnusson, nel suo libro che ho avuto il piacere di raccontarvi qui.

Ad un certo punto della nostra esistenza, possiamo iniziare a guardare con occhi diversi le molte cose che si sono accumulate nel corso della vita e spesso giacciono dimenticate sul fondo degli armadi, nei ripostigli, sugli scaffali, nelle librerie, per non parlare di cantine, soffitte e garage prendendoci la responsabilità dei nostri beni e occupandocene prima che diventino un peso per i nostri familiari e amici, che saranno già provati dopo il lutto.

È un concetto diverso dal normale decluttering, di cui ormai apprezziamo i benefici immediati nella nostra quotidianità: si tratta di agire pensando al beneficio dei posteri, privilegiando l’idea di non essere un peso per chi rimane.

Non credo ci sia un momento o un’età adatta per iniziare questo percorso, che ovviamente riguarda molti aspetti organizzativi, non solo gli oggetti e i beni materiali, ma anche i documenti cartacei e i profili digitali, con tutti gli accessi a siti e password varie.

Il supporto del professional organizer in questo ambito è un ottimo aiuto per agevolare questo processo, valutare se e quando iniziare, e prendere le decisioni più adatte alle esigenze della persona coinvolta e della sua famiglia.

Nella mia esperienza professionale, questa attività mi ha portato a contatto con persone di grande spessore e ampiezza di vedute, desiderose di vivere pienamente e con leggerezza gli anni della seconda parte della vita, con la consapevolezza di agire anche per evitare fatiche inutili ai propri cari. Mi ha portato ad ascoltare racconti di esistenze ricche di valore, passando in rassegna oggetti e documenti, con l’obiettivo di fare scelte consapevoli e adatte alla propria condizione.

Ricordo una bellissima esperienza di una cliente sessantacinquenne, di origine straniera, ma residente in Italia da moltissimi anni per motivi di lavoro, che poi aveva scelto di restare e mi aveva chiesto supporto per riorganizzare i suoi beni. La signora era in ottima forma e si godeva la pensione viaggiando e conducendo una vita attiva e piena di interessi.

Per il fatto che la sua famiglia vivesse in un altro paese, e sapesse poco della gestione delle sue cose in Italia, desiderava predisporre tutto in modo che gli eredi non si trovassero in difficoltà in futuro, in un contesto in cui anche la lingua e lo stile di vita sono molto diversi. Un ottimo esempio di lungimiranza, attenzione e affetto verso i propri cari!

 

La gestione del lutto e il P.O.

Un altro aspetto che i professional organizer specializzati in questo ambito si possono trovare a gestire, è quello del supporto ai familiari, dopo il decesso di una persona cara.

Questo tipo di intervento è molto diverso dal precedente, e spesso si tratta di un’attività molto delicata e complessa, in termini di tempo e approccio al cliente.

Nella mia esperienza, nonostante qualche difficoltà iniziale dovuta alla situazione emotiva spesso difficile dei clienti, questo tipo di interventi è sempre stato molto coinvolgente e di grande soddisfazione, in particolare per il grande beneficio che ne deriva, che aiuta moltissimo anche ad affrontare e alleggerire il peso della perdita e a valorizzare i ricordi e i beni del defunto.

Ma per questo tema ti rimando ad un prossimo articolo, perché merita sicuramente di essere approfondito con un articolo dedicato. A presto.

 

 

Alessandra Janoušek

funorganize.com

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