Parola d’ordine: ETICHETTIAMO!

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Interno casa, mattino presto: tutto è buio e calmo. Poi dalla porta semichiusa del bagno arriva un urlo di dolore. Zoom nel bagno: davanti allo specchio del lavandino una donna in accappatoio saltella da un piede all’altro facendosi vento al volto con le mani. Un occhio è vistosamente rosso. “Bruciaaa!” urla. Tra mille lacrime riesce a togliere la lente a contatto, il dolore diminuisce leggermente. Sciacqua l’occhio con acqua fresca e intanto pensa: “Cos’è successo?”

Ops. Deve aver confuso le due bottigliette: sono simili, ma una contiene il liquido per pulire le lenti, l’altra il tonico astringente (con alcol) per la pelle. “Che oca. Bastava mettere un’etichetta.”

Eh, già. L’etichetta è “solo” un cartellino con l’indicazione del contenuto da attaccare a un contenitore, ma può risolvere molti problemi e fare la differenza tra una giornata serena e… un occhio vistosamente rosso!

Le etichette, infatti, servono per individuare a colpo sicuro e immediato il contenuto di una scatola, di un barattolo, di una bottiglia, di un cassetto o di una cartellina: non si rischia di sbagliare né di perdere tempo in inutili ricerche e per questo motivo sono un aiuto indispensabile per vivere organizzati e sereni.

Ci sono diversi tipi di etichette: semplici foglietti scritti a mano e attaccati con colla o nastro adesivo, brevi tratti di nastro adesivo di carta (da muratore o decorato) su cui scrivere con penna o matita, etichette bianche adesive da scrivere a mano, etichette realizzate al computer e stampate su fogli adesivi… Le ho usate tutte, ciascuna in una fase diversa della mia vita. Ma ora le mie preferite sono le etichette stampate con l’etichettatrice: plastificate, adesive, resistenti al freddo, al caldo, all’acqua (vanno in lavastoviglie!) e allo scorrere del tempo, scritte in modo chiaro e leggibile – sono perfette e non posso più farne a meno.

Le uso in ogni stanza di casa e per ogni occasione:

  • In dispensa Quando torno a casa con la spesa, tolgo gli alimenti dall’imballaggio e ripongo quelli sfusi nei barattoli: sono barattoli modulari, impilabili (per sfruttare meglio lo spazio) ed etichettati perché, anche se sono trasparenti, non è facile distinguere il contenuto (hai presente lo scherzetto del sale nel caffè?). Ho etichettato anche i barattolini magnetici delle spezie e i contenitori aperti in cui divido miele, cioccolato, caffè, frutta secca, tè e infusi: per aggiungere una spolverata di cannella alla tisana della sera estraggo il contenitore giusto senza “incidenti”.
  • Nel frigorifero Il mio frigorifero ha etichette sulle mensoline interne dello sportello e sui contenitori: così formaggi, affettati, carne, verdure, frutta, yogurt vanno al loro posto, nulla può perdersi o nascondersi e tutti sanno dove riporre (e trovare) il vasetto della marmellata.
  • In soggiorno I dvd dei nostri film preferiti sono conservati in scatole e suddivisi per genere: un’etichetta colorata su ogni scatola ci permettere di scegliere tra commedie e fantascienza senza perdere tempo in ricerche poco entusiasmanti.
  • Nello studio Il mio studio è il regno delle etichette: sui frontali dei cassetti, sui barattoli della cancelleria, sui dorsi dei raccoglitori, sulle buste trasparenti all’interno dei raccoglitori, sulle scatole con il materiale informativo… In questo modo ho tutto sotto controllo, in poco tempo trovo ogni cosa (e so dove riporla) e lavoro con più serenità, perché posso concentrarmi su quello che faccio e non su quello che sto cercando.
  • Nell’archivio dei documenti Qui le etichette sono fondamentali: i documenti sono suddivisi per categorie (tributi, utenze, salute, istruzione, lavoro, famiglia) e per anni, e con le etichette raccogliere le informazioni da dare al commercialista non è più una tragedia!
  • Nell’armadio dei medicinali Conserviamo i medicinali in un mobiletto, suddivisi in contenitori in base al malanno da curare: grazie alle etichette estraiamo il contenitore con la medicina che ci serve senza crear confusione.
  • In bagno Preferisco travasare saponi liquidi, bagnoschiuma e sciampo in flaconi trasparenti delle stesse dimensioni: per distinguere il contenuto è indispensabile etichettare i contenitori (vedi sopra).
  • In lavanderia Per praticità separo i panni sporchi in tre grandi cesti (bucato grosso, delicato, di tutti i giorni) e per distinguerli uso le etichette: in casa non sono sola e confondersi è
  • In ripostiglio Nel ripostiglio finiscono tutti quegli oggetti piccoli, sfusi e che si usano una volta ogni tanto. Trovarli quando ce n’è bisogno non è mai facile, per questo li ho divisi per tipo in piccole scatole etichettate.
  • Nell’angolo fai-da-te La mia passione sono i filati da lavorare all’uncinetto e ai ferri. Ma ho un debole anche per le stoffe, i bottoni, le carte, i nastri… Li ho classificati e divisi in contenitori: quando cerco una lana color rosa, mi basta leggere le etichette senza buttar tutto per aria!
  • Nel guardaroba Ho cinque cassetti identici (ognuno contiene indumenti o accessori diversi) e indosso solo capi d’abbigliamento neri: non è facile individuare la maglia-che-mi-fa-snella e non posso fidarmi della mia memoria… Ma una buona divisione per tipo di capo e una bella etichetta per ricordarmelo è un’ottima soluzione!
  • In camera Be’, in camera non ho etichettato nulla. A volte, però, temo che il marito abbia la tentazione di etichettare le due metà del piumino: così smetterò di rubargli la sua e tutto rimarrà “a posto”. Ehm.

Alessandra Noseda

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